Marchio Olimpiadi Rio 2016 storia e polemiche

Jacques Rogge, presidente del Comitato Olimpico, la notte di Capodanno ha presentato il marchio ufficiale delle Olimpiadi 2016 di Rio de Janeiro.
Questo marchio ha una storia lunga e intricata che nasce dalla selezione ufficiale delle città candidate alle Olimpiadi ovvero:

Chicago, Madrid, Tokio e Rio de Janeiro. Ogni città, così come da regolamento, ha presentato un marchio:

Chicago
Il logo è stato disegnato dalla VSA Partners.


Madrid
Il logo è stato disegnato dal ventiseienne Joaquín Malle.

Tokio
Il logo utilizza uno dei simboli tradizionali del giappone,

il musubi (nodo), ed è stato disegnato dal GK Design Group.

Il marchio presentato da Rio è stato questo:

E’ stato disegnato da Ana Soter e non ho trovato notizie o motivazioni per le quali questo lavoro è stato in seguito sostituito dall’attuale:

Il marchio e il brand sono stati realizzati dallo studio Tatil che ha chiaramente puntato sull’unione tra diverse culture e lo sport,
rappresentando tre omini che si tengono per mano. Il marchio è stato scelto dopo una selezione di 139 progetti da una commissione composta da 15 membri.
Nonostante questo misterioso cambio e una lunghissima selezione, oggi sono in corso diverse plomiche: la prima è di plagio, in quanto sembrerebbe che il marchio sia molto simile a quello di una associazione benefica ovvero la Telluride Foundation di cui vi allego il marchio:

Ho letto sul web che il Comitato Olimpico ha deciso di bloccare tutto il materiale pubblicitario finché la vicenda non verrà chiarita,
ma vedo sul sito ufficiale che il marchio è in home page.

La seconda polemica verte su un ipotetico “plagio di opera d’arte” ovvero del quadro “la Danse” di Matisse, opera che rappresenta, come il marchio, degli uomini che danzano in cerchio.

La mia personale idea è che il marchio sia molto bello, e vi esorto a guardare il video pubblicato su youtube dallo studio Tatil perchè,
oltre al mood del progetto è molto interssante lo studio ad esso corredato e le spiegazioni del progettista.


http://www.tatil.com.br
Il fatto che assomigli al marchio dell’associazione, è a mio parere, anch’esso poco rilevante, in quanto mi sembra chiaro che se un grafico deve sintetizzare un concetto già espresso in precedenza come un banale ballo/girotondo, sia facile che possa assomigliare ad altre forme già realizzate.

Se due persone disegnano un albero in due stanze diverse, è facile che i due disegni si assomiglino, ma non è detto che siano un plagio di loro stessi.
L’unico aspetto che mi crea dubbi è la parte cromatica, identica al marchio dell’associazione.
E’ pur vero che per un brand di tale livello, sarebbe stato d’obbligo una ricerca sui marchi internazionali, curata da un ufficio legale.
E’ anche per questo (oltre che da tutto il lavoro di progettazione del brand) che i marchi internazionali costano cifre astronomiche.
Difficile spiegarlo alle nostre istituzioni che inquadrano i marchi e i brand come un “disegnino” da dare come “compito” agli studenti delle scuole..
Se qualcuno ha idee in merito, attendo i commenti. Buon lavoro!

Scritto da
More from Redazione

Vaffancola a chi ?

Chi vive a Roma avra' notato in giro la citta' dei manifesti...
Scopri di più

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *