Appena ho visto il lavoro di questa grande fotografa ho sentito un grande feeling.
Leggendo poi i suoi dati anagrafici (Waterbury, 2 ottobre 1949) ho scoperto di essere nata il suo stesso giorno.
Sarà un caso, certamente, ma devo dire che questa cosa mi ha avvicinato ulteriormente al suo modo di lavorare e ha stuzzicato la voglia di conoscerla meglio.
Dopo aver visto lo speciale su di lei realizzato con filmati, interviste e immagini tratte dalla sua vita ho capito che la fantasia di questa donna e il suo occhio sono degne di un genio come Michelangelo e Raffaello. Non solo trovo incredibili le trovate che di volta in volta riesce a trovare, ma mi domando anche come riesca a stabilire una confidenza così profonda con il soggetto da fotografare. Vuol dire che ha un modo di fare, una fascino, insomma una vera dote che le permettono di realizzare l’idea che ha in testa. Mi domando infatti, come, soprattutto all’inizio della sua carriera, abbia fatto a far assumere delle pose così particolari ad attori dello star system Hollywoodiano che si scompongono se gli viene chiesto di arrivare in orario ad una intervista.
La sua carriera si è notevolmente evoluta passando da uno stile genialmente “asciutto” ovvero con il solo soggetto inserito in un contesto particolare, ad un trionfo di effetti, scenografie, comparse, degne di un film vero e proprio. Non voglio immaginare poi le ore di fotoritocco per arrivare all’effetto finale..
Leggendo qua e la, ho letto che un suo shooting si aggira sui 100.000 dollari al giorno più naturalmente le spese per portare sul set abiti, modelle, effetti speciali..
Genio e sregolatezza: recentemente, pur essendo la fotografa più pagata al mondo (per esempio, solo da Vogue – prende 2 milioni di dollari annui) il suo stile di vita le ha fatto accumulare un debito tale da averle fatto far ricorso a un prestito di 24 milioni di dollari presso la società Art Capital Group (Acg), considerata una sorta di strozzino ufficiale nel mondo dell’arte, che presta soldi con interessi fra il 6 e il 16 per cento.
Che dire, a me capita ogni volta che trovo delle sue foto su VOGUE o VANITY FAIR o vedo le vecchie copertine di Rolling Stone di fermarmi a bocca aperta ad ammirare il suo lavoro.
http://it.wikipedia.org/wiki/Annie_Leibovitz
oppure in libreria, acquistando il suo bellissimo libro:
“Annie Leibovitz, C’eravamo tanto amate”