Cos’è un Marchio?
Il marchio è un segno che permette di distinguere un’azienda, un prodotto, un servizio, dalle altre.
Che funzione ha il Marchio?
La principale funzione del Marchio è quella di permettere ai consumatori (target) di identificare un prodotto o una impresa in modo da distinguerla dagli altri.
In generale, qualunque parola, lettera, numero, disegno, fotografia, forma, colore, logotipo, etichetta o combinazione di questi segni ed utilizzato per contraddistinguere prodotti o servizi, NON è suscettibile di essere considerato un Marchio.
Lo diventa quando un professionista li ha elaborati, giustamente mixati e sottoposti a delle ferree regole.
Marchio o Logo? Qual è la differenza?
Vorrei fare una buona volta luce sulla differenza tra la parola Marchio e Logo, che tanto va di moda usare negli ultimi anni..
Ebbene si, Logo non vuol dire Marchio, e un logo può essere un marchio. Cercherò di essere più chiara.
Logos (in greco: λόγος) deriva dal greco λέγειν (léghein) che significa scegliere, raccontare, enumerare, parlare.
Un Logo è la scritta che rappresenta un prodotto, un servizio o un produttore. Solitamente è una versione o rappresentazione grafica di un nome o di un acronimo che vede un uso ben preciso di caratteri (font), colori e forme.
Il Logo diventa Logotipo quando unisce al Logo (la parte scritta) un simbolo (il Marchio).
Ne deriva quindi che un Marchio può essere composto solo da una scritta (Logo), ma anche solo da un simbolo.
E’ sbagliato quindi definire Logo qualsiasi Marchio, solo quelli composti da una parola lo sono!!!!!!
Mentre Marchio va bene per tutto. Ma è una guerra persa, lo so..

Un Marchio progettato e costruito da un professionista ha un considerevole valore commerciale per la maggior parte delle imprese. Per alcune di esse, il Marchio costituire addirittura il bene di maggior valore (basta pensare al mondo dell’abbigliamento dove tanti oggetti diventano cult perchè sono di un tale stilista). Il target di riferimento attribuisce valore all’oggetto solo perchè vi è apposto sopra un Marchio, è disposto a pagare un prezzo molto più alto del suo reale valore perchè ne acquisisce a sua volta un beneficio a livello di immagine.. Ecco perché essere titolare di un
Marchio che gode di una buona reputazione presso il consumatore, attribuisce ad un’impresa un notevole vantaggio rispetto ai concorrenti.
Brevi cenni su delle linee guida per realizzare un Marchio
Prima di tutto dovreste pensare a cosa vogliate che il Marchio comunichi in merito alla vostra azienda, brand etc.
>Dovrà essere sia facile da leggere, scrivere, memorizzare e di facile pubblicizzazione su tutti i tipi di media e sutti i supporti (carta, plastica, ecc)

>Dovrà essere abbastanza innovativo per distinguersi dagli altri loghi ed essere facilmente riconoscibile dal vostro target
Alcune fondamentali regole sulla progettazione
– Il Marchio deve essere progettato da un professionista e non da qualcuno che sa disegnare, colorare, che ritiene di aver buon gusto, il Marchio deve essere realizzato da chi sa come farlo perchè non è uno scherzo. Questo se volete qualcosa che trasmetta professionalità.

– Il Marchio va progettato in modo che comunichi con il target, che sia riconoscibile e facilmente riconducibile a voi.

– Il Marchio non deve contenere più di una idea grafica. Quindi se contenesse un simbolo, il nome che accompagna il simbolo dovrebbe essere chiaro e senza fronzoli (evitiamo di cercare di comunicare più cose, il risultato sarebbe perlomeno discutibile).

– Il font selezionato deve essere “abbinato” al vostro ambito (troppo spesso vedo comunicazioni istituzionali realizzate con il Comics che per quanto mi riguarda significa vedere un Amministratore Delegato che va in Consiglio di Amministrazione con un pigiama con gli orsetti).

– Realizzare almeno tre prove diverse del marchio percorrendo delle strade uniche, e poi sceglierne una e seguirla fino in fondo.

– Il professionista realizzerà le “prove di ridimensionamento”, questo vuol dire che il Vs Marchio dovrà essere perfetto dai 2,5-3 cm di larghezza in su (per le penne ad esempio) fino alla dimensione extra extra large (es. per la maxi affissione).
Evitate Marchi che contengono molte informazioni o piccoli dettagli, questi ultimi saranno difficilmente memorizzabili dalle persone, e avrete difficoltà a stamparli in piccoli formati.

– Il Marchio dovrà apparire chiaro e ben ideato sia nelle versioni colore che bianco e nero.
Per ogni categoria di prodotto esistono dei colori preferibili, e ad ogni colore corrisponde un messaggio.
In alcune categorie è molto importante conoscere le “regole” (mi riferisco ad esempio al settore medico nel quale è bandito il rosso) oppure nel packaging di prodotti maschili in cui si usano colori freddi e scuri.

– Dopo aver realizzato il Marchio è bene progettare l’immagine coordinata e il web site coerentemente con il Marchio.
Molti credono infatti che realizzato il Marchio la storia sia finita..invece è appena iniziata!!
– Dopo aver realizzato il Marchio, ricordatevi che rappresenta il vostro simbolo e non dovrà cambiare nel tempo, ne essere modificato nelle forme e nei colori. Per i Marchi di un certo livello, Pixell ha realizzato il “Manuale di Corporate Image” che è la “bibbia” in cui sono raccolte tutte le informazioni sugli usi e gli abusi del Marchio e dell’Immagine Coordinata.

Conclusioni
Troppo spesso il Marchio viene realizzato da persone che non ne sono capaci e non hanno studiato graphic design.
Viviamo nel paese in cui tutti credono di saper fare tutto e il mondo della grafica e della comunicazione ne risente moltissimo perchè non esiste un esame di abilitazione nè un ordine. Io spero che prima o poi qualcuno vorrà dare dignità a chi si dedica con passione a questa preofessione che è una delle più belle e interessanti del Mondo.
Aggiornamento del 20/01/2018: Dato che numerosi mi hanno scritto dopo questo articolo, ritengo utile pubblicare dei loghi più recenti sui quali, come sempre è aperto il dibattito.






Ho letto il tutto con interesse e come uno scolaretto., visto che non appertengo al mondo della grafica (soltanto un “utilizzatore finale”). Mi ha affascinato la costruzione del marchio BDB 8mi pare di toccare con mano un lavoro astratto e concreto insieme.
Kandinsky parlava di legame tra forma geometrica e colore: non immaginavo che vi fossero regole per alcune categorie merceologiche.
Nella costruzione di un Marchio esistono sia regole cromatiche che geometriche. Probabilmente avrai visto spesso marchi di banche tendenzialmente quadrati per trasmettere solidità, ma probabilmente non troverai mai un packaging o il marchio di una schiuma da barba di colore rosa, probabilmente sarà azzurro o blu…
Molto diretto, chiaro e semplice tutto quello che hai scritto. Anche chi non è un professionista può riuscire quanto impegno c’è dietro a questo lavoro, io me ne sto rendendo conto visto che sono molto combattuta e indecisa sulla scelta del mio “logo”, non pensavo fosse così difficile trovare qualcosa che piaccia, sia di forte impatto e renda al volo l’idea di ciò che si propone.
E’ vero infatti oltre a dover seguire scrupolosamente le regole di costruzione c’è tutta la parte che riguarda il gusto del cliente da dover “azzeccare” 🙂
Solo l’esperienza può aiutare..Se posso esserti utile mandami il tuo marchio, potrebbe essere interressante commentarlo e trovare una soluzione insieme. Grazie del tuo commento!
Mi chiamo Dino Ferrara,ho fondato un nuovo marchio di moda, dal titolo ‘graffiti e papiri’,l’evoluzione della scrittura dalla preistoria agli Egizi,e dai loro simboli ho pensato di creare la moda.Ogni capo di abbigliamento si riveste di storia,diventando il totem delle antiche civiltà,che rivestono ogni accessorio.Un connubio perfetto di cultura e moda,il marchio che rappresenta il mio marchio è un simbolo astrale della preistoria,l’evoluzione della scrittura primordiale,riportata ai tempi nostri come simbolo di moda.Io chiedo qualche industriale che credi in questo mio progetto innovativo, che potrbbe creare lavoro per tanti giovani creativi,e sviluppare idee con scuole di moda,e tanti aziende di abbigliamento,e accessori, che potrbbero collaborare, per sviluppare insieme un grande marchio di moda e del made in italy, con affetto Dino Ferrara
Grazie delle delucidazioni; sono pienamente d’accordo con te al riguardo. Fatto sta, che non tutti probabilmente hanno avuto la possibilità di fare una scuola di Graphic Design, dato che in genere sono private e costose. Ragion per cui, chi vuole sperimentare e darsi da fare per provare a realizzare un marchio, ne ha la piena facoltà e il legittimo diritto. Certo un’impresa fa bene a rivolgersi a dei professionisti.
Davvero interessante, mi stò facendo una cultura, ma ancora non ho trovato i professionisti a cui affidare la progettazione del marchio della mia azienda.Si gradiscono eventuali sagnalazioni. Grazie
Grazie mille! Ovviamente le consiglio di guardare i lavori che le agenzie hanno, per vedere se lo stile piace. Guardi anche i nostri lavori sul blog o su :
http://www.behance.net/pixellroma
Buona estate!
Trovo che i vostri lavori siano eccezionali. Ma lavorate solo con aziende grandi e Multinazionali? Io ho una piccola azienda vinicola il nome l’ho scelto io e mi sembra geniale Vininvest perchè ha una assonanza che fa pensare ad una grande azienda. Che ne pensate.
Saluti
Assunta
Ciao Assunta, grazie mille dei complimenti. Per rispondere alle tue domande Pixell lavora con tutti quelli che condividono la sua filosofia, non fa distinzione di “dimensione” 🙂
Per quanto riguarda la tua azienda l’idea che abbiamo avuto è che tu volessi darel’impressione di grandezza, di una struttura consolidata. Il vino però, non deve trasmettere “grandezza” ma gusto, fascino, storia e tradizione per cui il nostro consiglio è di adottare il nome Vininvest solo per l’azienda, e chiamare poi i vini con dei nomi più “caldi”. Se hai bisogno di una consulenza scrivici direttamente dalla pagina “contattaci” di http://www.pixell.it.
Grazie mille e buon lavoro!
ciao! devo fare una tesi che spieghi le strategie di creazione di un marchio nell’azienda sanitaria. Ho letto con molta attenzione e volevo chiedere se queste regole valgono anche per creare il marchio in un’azienda ospedaliera oppure no.?
grazie mille
Ciao Laura, grazie per averci scritto. Le regole che abbiamo elencato nell’articolo sui marchi valgono per tutte le categorie “merceologiche” in quanto sono dei principi, delle indicazioni che chiaramente vanno applicate di caso in caso. Per quanto riguarda il settore sanitario, ci sono molti accorgimenti da seguire in quanto l’argomento è molto delicato. Una regola fondamentale per esempio è quella di non usare mai il colore rosso in quanto ricorda il sangue e quindi l’eventuale ferita non guarita. Anche il “tono” e lo stile devono essere sobri e deve essere molto chiaro l’ambito in cui si va ad inserire il prodotto o l’azienda.. Il discorso è molto affascinante e sfocia anche (nel caso dei medicinali) in ambito legislativo per cui dovresti essere più chiara affinchè possiamo esserti più utili. Se vuoi scrivici in privato e ne parliamo meglio. Saluti e buon lavoro!
Buonasera e complimenti,
vorrei sapere se esistono caratteri, forme e colori che attirano maggiormente l’attenzione dei consumatori soprattutto nel settore dell’abbigliamento e accessori moda.
Grazie in anticipo.
Danilo
ciao ho appena letto il contenuto di questa pagina e devo dire che è molto interessante!!! io non ho studiato grafica, ma mi sono orientato di piu sulla moda e devo dire che abbiamo fatto una prova di marchio e di logo. Del risultato non sono rimasto molto convinto e adesso vorrei poter confrontarmi con qualcuno che davvero se ne intende di marchi e loghi per poter fare un buon lavoro…!!! Ti ringrazio x aver parlato di questo discorso perchè aiuta davvero molto!
Grazie anticipatamente.
Marco
ciao, sono d’accordo con le conclusioni…troppi pseudografici in giro…per quanto riguarda la differenza tra marchio e logo aggiungerei che il concetto di “marchio” ha una connotazione più ampia rispetto al “logo” cioè fa riferimento oltre all’aspetto grafico anche al valore intrinseco dell’azienda, all’immagine, ai valori, a ciò che trasmette e arriva al consumatore…
Piero. interessante tutto cio’ che ho letto ed e’ vero cmq che i colori sono importanti . sono stati approvati da studi eseguiti da ricercatori di mercato in tutti i settori . ed e’ importante decidere un buon marchio .xche’ sara’ quello a distinguerti .ma non solo il marchio se credi nel marchio devi credere anche in quel che stai per fare e nell’usare prodotti di qualita’ o ti bruci prima d’iniziare .ciao e buon lavoro a tutti
Aria fritta, retorica solo per l’indicizzazione organica di Google Blog fatto non per fare informazione ma per vendere i propri prodotti, Con la parola ”Marchio” e ”Logo” ripetuta 200 volte, facciamo informazione o cosa ??
Caro utente, vedo che non hai letto per nulla l’articolo e i commenti precedenti perchè ti assicuro che in quanto a teoria e pratica mi sento all’altezza. Sono un professionista che ha studiato ottendo il massimo dei voti e lavoro su brand nazionali e internazionali da 14 anni. Ho anche insegnato in corsi post universitari. Ti assicuro che so di cosa parlo. Tu di che ti occupi? Se vuoi, ti aspetto presso l’agenzia per discutere di persona della cosa e sentire il tuo punto di vista. Attendo anche il tuo portfolio o il tuo percorso formativo in questo campo, per capire con chi ho a che fare e per capire chi esprime un giudizio del genere sul mio lavoro.
Buonasera Sg.ra Benevento. Le faccio i complimenti per l’esposizione di un concetto e di una filosofia così insidiosa. Il tutto espresso in maniera molto chiara. Sarebbe possibile scriverle per avere un consiglio? E’ quasi un anno che sto pensando, pensando… una bella melodia di suoni ma che ancora non hanno espresso esattamente ciò in cui invece io vorrei sentirmi. Grazie
buongiorno,
mi chiamo Gabriele, premetto che sono un profano…ma da molto tempo sto covando l’idea di depositare un marchio formato da una frase molto schietta (3 parole) allegata ad una immagine.
volevo chiedere, siccome negli eventuali prodotti che dovrei commercializzare ho pensato di usare talvolta anche solo l acronimo delle lettere componenti la frase…è necessario salvare anke quel logo (es A.B.C) oppure rimane nella protezione assicurata al NOME depositato integralmente??
grazie mille e complimenti.
Ciao, complimenti per l’articolo, ho avuto un idea sul logotipo che vorrei adottare, possiamo parlarne?
ciao,
faccio parte di una piccola Associazione locale nata nel 2008 che si occupa di pari opportunità.Abbiamo ovviamente un logo che però da quando è entrata nel nostro gruppo un’insegnante d’arte, qualcuna di noi vorrebbe cambiare o modernizzare. Io sono nettamente contraria, primo xchè non lo vedo così brutto e poi xchè ritengo controproducente cambiarlo dopo 8 anni che la gente ci riconosce anche tramite il logo. Cosa ne pensi?…grazie anita
Complimenti per la chiarezza, e grazie per la sua disponibilità.
Gestisco un festival, rivolto a giovani musicisti che ogni anno arrivano da ben 4 continenti.
Vorrei un suo parere sul logo, realizzato dal nostro Brand manager, e eventualmente dei consigli su come poter migliorarci.
Infine Le sarei grato se potessimo sentirci in merito ad un’altra cosa che stiamo organizzando a Firenze:-)
Grazie
Luca
Salve Anita,
in questi casi si opta per un “restyling ovvero una “ripulitura” del logo cercando di lasciare quello che di buono ha ma renderlo più moderno e accaattivante. A seconda del logo questa operazione può essere piu o meno leggera. In questo modo si va a lasciare intatta l’idea generale ma si va migliorando la comunicazione. Sul web può trovare molti esempi esplicativi. Saluti e buon lavoro!
Io ho frequentato grafica pubblicitaria e da buona studentessa in prima superiore ci hanno fatto fare dei progetti che comprendessero un logotipo e un marchio, premetto che il nostro istituto premiava i migliori lavori mettendoli online sul proprio sito, e nonostante la mia quasi inesistente esperienza (e la distrazione e della scuola nel non proteggere miei lavori) sono stati presi da 2 grosse multinazionali americane, quindi io sono convinta che la creatività e l’originalità di un’idea fa molto più dell’esperienza di cui si parla!
Ciao Sara
Quando leggi potresti metterti in contatto con me in PVT..
E’ per poter creare un marchio e ho bisogno di consigli da una esperta veramente
Salve,
complimenti per quanto scritto perchè lo trovo molto interessante. Volevo chiederle un consiglio. A breve inizierò a commercializzare prodotti tipici siciliani (olio, vino, conserve, dolci, miele, farine, etc.) quindi volevo sapere se è consigliabile usare un unico nome per tutti i prodotti commercializzati (e come fare) visto che le categorie merceologiche sono diverse.
Complimenti io sto lavorando sul mio marchio è chi mi racconta una cosa e chi un’altra devo assolutamente decidere prima che mi copiano devo registrarlo ! Devo fidarmi del mio istinto ?
ciao mi chiamo ciro…. questo blog e veramente interessante , e sembra quasi essere anche istruttivo 🙂 io sono in progettazione di un logo , che però vorrei farne un marchio di moda . forse Sara Benevento può darmi una mano nel rifinirlo . è veramente un bel logo , sono sicuro che con l`aiuto di un professionista riusciremo a tirare fuori qualcosa di veramente serio . aspetto qualche vostra risposta . grazie e buona giornata a tutti !
L’articolo è di facile lettura e gli esempi sono pertinenti e “illuminanti”. Grazie per le indicazioni. Tutt’altro paio di maniche è riuscire ad identificare l’anima del marchio che si dovrebbe progettare, facendo in modo che questa traspaia dallo stesso, raggiungendo i possibili fruitori. Bisogna creare un individuo. Ho letto anche tutti i commenti che si sono susseguiti nel tempo: quello negativo mi sa di provocazione; quello della studentessa che parla di fantasia e creatività lo trovo poco ragionato (ma è comprensibile).
Complimenti.
Ciao! Che articolo eccellente! I punti chiave esposti sono davvero ottimi e le spiegazioni eccellenti.Vorrei condividere con voi un interessantissimo articolo dedicato alla creazione di loghi: http://alessandropedrazzoli.com/come-creare-un-logo/
I marchi esposti a titolo di esempio, con rare eccezioni, non mi pare siano cos ben fatti e cos di successo e/o riconoscibili… Vedo un eccessivo ricorso ai colori (pessima idea) e un’eccessivo grado di complessità che non aiuta la memorizzazione, né la lettura. Poi vedo anche delle incongruenze, come la scelta di un font per il logo per poi usare un altro font per il payoff… Non vorrei criticare la scelta dei marchi, ho solo voluto esprimere la mia perplessità riguardo all’esempio che dovrebbero dare… Cmq, non sono un grafico, né un esperto in comunicazione (solo umile progettista)
Ciao Andrea, diciamo che la tua frase finale “non sono un grafico nè un esperto in comunicazione” è la premessa alla mia risposta. Come dico sempre ai miei clienti: “sul gusto estetico non è facile nè spesso possibile commentare in quanto sono personali, invece le regole sono regole e sono l’oggettività, parliamo di quello”. Dato che evidentemente non avendo studiato grafica le regole non le conosci, posso prendere atto dei tuoi gusti personali ma ci tengo a rispondere alla questione del “giusto o sbagliato”.
Sul fatto che i nostri loghi non siano di successo, beh questo è discutibile nel senso che dipende da che metro utilizzi per definire il successo: il prezzo pagato dal cliente? Quanto sono stati veicolati? Se sono piaciuti? Per queste tre domande ti dico solo che la Fiera di Roma è frutto di un investimento di circa 355 milioni di euro..Fai tu 🙂 La tua affermazione sull'”eccessivo” uso di colori come pessima idea non è corretta perchè non bisogna essere psicologi per sapere che il nostro cervello utilizza i colori per memorizzare le informazioni, nè tantomeno ritengo oggettivamente che i nostri loghi siano molto complessi graficamente. Forse lo possono sembrare per la costruzione geometrica ad un occhio non esperto.. Ultima nota: il payoff. Interessante riflessione la tua sul font del payoff! Ti dico che io tecnicamente trovo validissimo (quasi obbligatorio) l’uso del payoff con un font diverso rispetto al logo in quanto il payoff deve “rinforzare” il logo o il marchio ma non confondersi con esso. Inoltre il payoff è molto utile e molto richiesto dai clienti quando il loro brand non ha un nome che faccia intendere di cosa si occupano (esempio quando il logo è un acronimo, il payoff spiega di che si tratta o le parole dell’acronimo). Mi rendo infine conto che i loghi proposti come “esempio” erano datati dunque ho aggiunto la data e inserito i nuovi, sempre per dare più spazio al confronto. Grazie comunque per avermi scritto e saluti.
Che siano o meno famosi, io trovo invece che i progetti nell’articolo siano frutto di una mano attenta e che ci sia una corposa dose di buon gusto. Alcuni mi piacciono altri meno, ma come dici giustamente Sara, il gusto è una cosa molto personale e oltre a questo c’è il committente da soddisfare, che è la parte più ostica.
Mi piace anche l’articolo, finalmente qualcuno scrive cose corrette e che condivido …
Ah … hai ragione, è una professione niente male affatto.
Buon lavoro
Ciao,
mi occupo di make up, da oltre 10 anni la mia azienda produce e promuove un brand in Italia, oggi ci troviamo di fronte ad una problematica nel voler affrontare il mercato europeo ed extracomunitario,in pratica l’attuale brand non ci consente di farlo per via della sua attaccabilità, dobbiamo rinnovare tutto, qualcuno può indirizzarmi verso la retta via
grazie e complimenti per il forum, molto interessante,
un caro saluto
Pasquale
Salve, vorrei un parere da un esperto; secondo voi un marchio può contenere un simbolo costruito unendo 2 delle lettere da usare singolarmente anche come logo?
Grazie
Salve, vorrei un parere legale. Mi sono fatto fare un marchio da un’illustratrice. Mi basta pagarla in cambio di ricevuta o devo farmi rilasciare un foglio che attesti che adesso il marchio è mio con sopra il marchio stampato? Come funziona? Grazie! 🙂
Buongiorno,
dipende cosa c’è scritto nel contratto iniziale. In genere se è ben compilato (cosa è compreso, la cessione dei diritti ecc) e sulla fattura c’è riportato l’oggetto preciso lei dovrebbe essere tutelato. E’ chiaro che la proprietà intellettiva è, e sarà sempre di chi lo ha disegnato (nel senso che è l’illustratrice che lo ha creato ma lo ha venduto a lei). In ogni caso noi non siamo uno studio legale per cui le consiglio di sentire uno studio di Avvocati specializzati nel diritto d’autore. Saluti
Salve, mi è stata richiesta una grafica pubblicitaria promozionale e una istituzionale, e cercavo esempi e suggerimenti per una grafica di tipo istituzionale.
Potreste darmi delle lucidazioni in merito
Grazie
Fra le tante guide online che ci sono penso che questa sia la migliore e faccia capire realmente i veri passi per la creazione di un marchio, ma la cosa più importante è che è stata specificata la differenza tra creazione marchio e creazione logo.
Salve sono un obbista e creo bigiotteria vorrei creare un marchio ma ciò mi porterà a pagare tasse allo stato?
Intanto le faccio i complimenti per l’articolo.Sono un ragazzo 35enne in procinto di di aprire un;attivita’ di gioielleria in un paese di provincia.E son convinto che i piccoli dettagli tipo la scelta del logo o la scelta del marchio piuttosto che la scelta di come ”impacchettare” un prodotto possano fare la differenza.
Quali consigli mi potrebbe dare a riguardo?il mio cognome e’ TOSI.quindi avevo optato di marchiarla cosi.Ma mi manca un qualcosa.Sono a caccia di consigli:Grazie
L’articolo è di facile lettura e gli esempi sono pertinenti e “illuminanti”. Grazie per le indicazioni.
mi raccomando, prima di fare qualsiasi scelta di marchio, parola, lettera, figura che sia, è importante che facciate un’attenta ricerca di anteriorità atta e verificare se esistano “segni” identici o simili per gli stessi prodotto/servizi o affini. art. 12 Codice della Proprietà Industriale
in poche parola non basta verificare che non esistano identità. la verifica va fatta su marchi registrati ed usati per il territorio che interessa. prima di usare un marchio e non volete limitare la vostra attività localmente ricordatevi di registrarlo. La mia esperienza dimostra che un business iniziato localmente e poi diventato più esteso è stato bloccato da registrazioni. questo finora è avvenuto con grande frequenza in Paesi come Turchia e Cina. Inoltre attenzione a scegliere marchi deboli o nulli in quanto descrittivi o di uso comune art. 13 CPI
francesco paolo fumarola
Grazie mille per il tuo intervento!
Ciao Sara, mi chiamo Francesco e sto creando un marchio di moda italiano ispirato ai giovani.
Ho già il nome ma mi manca l’idea dei caratteri da usare , i colori ed il logo. Il tema che seguirò sarà l’amore, incondizionato, felice, sofferente.
Cosa mi consigli?
Grazie mille
Per migliorare il lavoro dovrebbero anche esistere dei questionari specifici che aiutino a confrontare i possibili marchi permettendo di scegliere quello più adatto al pubblico. Mi informerò!
Molto interessante, pensavo che fosse molto più semplice invece bisogna considerare tantissime cose. Grazie.
Ottimo contenuto e ricco di suggerimenti. Soprattutto la parte dove chiarisci la differenza tra Marchio e Logo!
Grazie