Il fotografo e artista visuale più importante del ventesimo secolo
Chi era
Dopo le scuole pubbliche, compiuti i diciotto anni, si iscrisse al corso di disegno pubblicitario della durata di quattro anni tenuto da Alexej Brodovitch, capo redattore di Harper’s Bazar magazine presso la School of Industrial Art di Philadelphia.
Nel 1938 riuscì a lavorare come art director allo Junior League Magazine. A venticinque anni lasciò il lavoro e partì per il Messico dove iniziò a dipingere, ma dopo un anno si convinse che non sarebbe mai diventato un grande artista e, tornato a New York, nel 1943 divenne assistente di Alexander Liberman, art director della rivista Vogue. Nel 1948 realizzò alcuni servizi per la rivista in Perù, mentre le diverse campagne fotografiche legate al mondo della moda realizzate nel corso degli anni cinquanta gli conferirono la prima fama internazionale.
Nel 1967 creò un piccolo studio fotografico da viaggio, con il quale era in grado di fotografare sullo stesso scenario in ogni parte del mondo e in ogni condizione: nacque cosi la famosa serie deiWords in a small rooms (mondi in una piccola stanza), nella quale si alternavano ritratti di personaggi celebri e fotografie di gruppo dove l’etnografia si mescolava alla moda.
Mentre proseguiva la sua attività di fotografo di moda, nel 1977 il Metropolitan Museum di New York presentò il ciclo Street Material (materiale di strada),
nel quale Penn fotografava i resti abbandonati dell’esistenza quotidiana, conferendo loro un nuovo valore estetico.
Nel 1980 vennero esposti per la prima volta i nudi realizzati nel 1950, mentre nel 1986 vide la luce una nuova serie di nature morte, questa volta dedicate ai crani animali.
Divenuto ormai uno dei fotografi più rinomati del mondo, si susseguono le mostre e le pubblicazione a lui dedicate. In particolare, si ricordano le retrospettive al MOMA di New York nel 1984, quella alla National Portrait Gallery di Washington nel 1990 e quella prodotta dal Moderna Museet di Stoccolma nel 1995, in occasione di una grande donazione del fotografo al museo svedese.
Irving Penn si distinse per il suo stile classico che rompeva con l’impostazione sperimentale delle avanguardie e presentava la figura da ritrarre in forte contrasto con lo sfondo.
Alcune sue immagini sono riconoscibili: spesso si trattava di ritratti eseguiti disponendo il soggetto da riprendere davanti a due fondali disposti ad angolo.
Irving Penn è stato un vero maestro per tutti. Nel ritratto che per la sua morte ha fatto il New York Times, si legge: “deve la sua grande fama probabilmente alle foto di moda e ai ritratti dei grandi personaggi della cultura, ma era perfettamente a suo agio anche scattando immagini dei contadini peruviani”
Un genio contemporaneo della macchina fotografica che attraverso la sua arte lascia una straordinaria e considerevole eredità alla nuova generazione di fotografi.
È deceduto nel 2009 a 92 anni nella sua casa di Manhattan.